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PREADOLESCENTI E UTILIZZO DELLA TECNOLOGIA Uno sguardo sull’equilibrio tra bisogni fisiologici e pot


Durante la preadolescenza i ragazzi devono affrontare molteplici compiti evolutivi che riguardano principalmente il corpo, l’identità (collegata alla dimensione relazionale), lo sviluppo emotivo, cognitivo e comportamentale, il delicato equilibrio tra disinvestimento del ruolo centrale della famiglia e un maggior incremento dell’investimento sugli amici.


Si tratta di in un periodo della vita in cui lo sviluppo della capacità di mediare il comportamento istintivo con la coscienza (pianificazione e processi decisionali) è ancora immaturo. Oggi questo si inserisce in una disponibilità di “connessione” potenzialmente illimitata sia nei tempi che negli spazi. Come adulti è necessario ricordare che saper padroneggiare i mezzi tecnologici sin da tenere età non significa conoscerne a fondo le potenzialità e i rischi o saperli gestire in autonomia.


Come si inseriscono i compiti evolutivi dei preadolescenti in questo cambiamento sociale?

Il bisogno di appartenenza al gruppo viene soddisfatto dalla possibilità di essere sempre connessi ed inseriti in un gruppo, in una rete. Le relazioni con i coetanei diventano però spesso mediate da uno schermo, con possibilità di sperimentare confusione tra realtà reale e realtà virtuale.


Il fisiologico bisogno di comunicare con gli altri, da cui dipenderà la definizione dell’identità nel gruppo, come si inserisce nel contesto virtuale e senza controllo della rete (confine tra intimo e pubblico)?

In questo contesto cambiano anche le relazioni tra genitori e figli. Ad esempio, nascono nuovi oggetti di discussione e incomprensione, le relazioni famigliari diventano anch’esse virtualizzate, possono emergere nuove forme di “ansia da connessione”,...


Allora cosa possiamo fare noi adulti per sostenere i ragazzi in questo delicato equilibrio tra fisiologici bisogni e nuovi strumenti a disposizione?

Sicuramente favorendo il piu’ possibile un dialogo aperto (consapevolezza e condivisione di risorse e di rischi, possibilità di confrontarsi, chiedere aiuto, dare risposta a dubbi) che si inserisca però in una cornice di regole e limiti chiari e definiti. L’adulto deve necessariamente essere una presenza ferma accanto ai ragazzi e divenire mediatore tra mondo reale e realtà virtuale. È altresì necessario fare rete tra famiglia, scuola ed altre forme di educazione. Non meno importante è, come sempre, rendersi modelli ed esempi positivi e suscitare l’interesse per altre attività e dimensioni della vita e delle relazioni, per apprezzare le nuove tecnologie senza esserne sopraffatti.

Elfedea

Èquipe Clinica Multiprofessionale

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