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INTELLIGENZA: FATTORE PREDETERMINATO E RIGIDAMENTE STABILE O PASSIBILE DI MODIFICAZIONE IN SENSO INC

Mi presento: sono la Dottoressa Elisa Pizzetti, Psicologa e Psicoterapeuta, applicatrice Feuerstein e Referente per la famiglia e l'età evolutiva all'interno dell' Ėquipe Elfedea.

Il mio pensiero è molto affine agli studi che propendono per un'intelligenza incrementale, senza negare il ruolo della genetica naturalmente.

Vi riporto un breve materiale prodotto dalla Dottoressa Jael Kopciowski, Psicologa e Psicoterapeuta, già Giudice Onorario al Tribunale dei Minori di Trieste, formatrice Feuerstein. Aggiungo: una mente vivace e con una notevole esperienza rispetto alla teorizzazione e alla clinica della "modificabilità cognitiva".

Che cos’è l’intelligenza, quale definizione possiamo darne?

Qual è la sua funzione nell’ambito complessivo del comportamento umano? In quale misura incide sul benessere psicofisico dell’individuo?

Quali sono le sue origini, come si crea, quali condizioni ne causano l’insorgere?

Che cosa provoca una varietà così ampia di modalità operative, in termini sia qualitativi che quantitativi?

“Quali sono le condizioni che ne facilitano lo sviluppo ed il potenziamento e quali, al contrario, gli elementi la cui presenza o la cui assenza crea delle barriere al processo di reciproco adattamento tra ambiente e persona?”

Questo aspetto operativo è proprio quello che più ci interessa, se optiamo per un approccio interattivo e riteniamo che l’intelligenza sia un processo in continuo movimento, e non un tratto stabile ed immodificabile della personalità.

Sono interrogativi profondi a cui è difficile dare risposte certe e categoriche, ma sono interrogativi fondamentali nell’approccio educativo con la personalità, ancora in formazione, della prima infanzia. L’idea che si ha dello sviluppo umano incide in modo determinante sulle strategie che si adottano e sulle modalità di interazione che si stabiliscono all’interno del proprio ambiente.

Posti gli interrogativi è necessario individuare valide risposte che permettano l’instaurazione di un ambiente affettivo, accogliente, stabile, ma non statico ed “accettante”, in passiva attesa di uno sviluppo automatico e prestabilito. La crescita può essere facilitata da un contesto attivo e stimolante, capace di leggere i bisogni di ogni singolo individuo e di fornire risposte adeguate e propositive.

L’intelligenza non è un fattore predeterminato e rigidamente stabile, ma un elemento passibile di evoluzione, modificabile in senso positivo grazie ad una corretta interazione con l’ambiente. L’intelligenza è caratterizzata dalla plasticità è può essere definita come “un processo sufficientemente esteso da comprendere un’ampia varietà di fenomeni che hanno in comune gli aspetti dinamici ed i meccanismi dell’adattamento”

Basandosi su questi presupposti, obiettivo di un buon educatore è il miglioramento della qualità della vita, attraverso il potenziamento delle abilità cognitive e relazionali. L’intervento dell'adulto è, quindi, fondamentale.

Entrare in sintonia con i bambini di cui ci si occupa, valorizzando la sfera emotiva del rapporto intersoggettivo, è il presupposto che permette agli aspetti cognitivi di trovare il terreno adatto alla crescita. L’affettivo è il canale attraverso cui il cognitivo passa. I bambini non imparano per concetti astratti e ragionamenti puramente razionali, ma per sentimenti e partecipazione.

Possiamo trarre qualche suggerimento utile a strutturare l’ambiente educativo dal pensiero di Reuven Feuerstein, psicologo e pedagogista molto attento al valore umano del rapporto formativo e profondamente convinto, grazie sia ad esperienze pratiche che a studi teorici, della plasticità della mente umana. Feuerstein esplicita le condizioni che permettono la modificazione positiva e fornisce indicazioni riguardanti l’ambiente in cui operare, l’approccio educativo da instaurare e predisponendo esercitazioni pratiche, utili all’individuazione ed al superamento di eventuali carenze cognitive.

La modificabilità non è il semplice riflesso a stimoli esterni o una risposta a cambiamenti interni quali per esempio la crescita: è soprattutto il risultato di una serie di atti volontari e consapevoli che possono e, in alcuni casi devono, essere guidati da una persona esterna che si pone quale “mediatore” tra soggetto ed ambiente. L’organismo umano, esposto ad un’esperienza di apprendimento mediato, è in grado di modificare in maniera stabile il proprio stile cognitivo, le proprie funzioni di base quali, ad esempio, memoria, capacità attentiva, comportamento comparativo; discostandosi in maniera anche significativa, dallo sviluppo atteso.

Quindi, secondo la teoria della modificabilità e della mediazione, all’origine delle funzioni mentali più elevate troviamo il processo di apprendimento in cui il ruolo dell’educatore è fondamentale. Il mediatore deve essere in grado di individuare, scegliere, predisporre alcuni degli stimoli che raggiungono il soggetto, in modo tale da farli diventare accessibili alla sua comprensione. Evidentemente non si porrà come una barriera tra il mondo ed il soggetto, filtrando tutto ciò che gli giunge dall’ambiente, il suo ruolo è proprio quello di individuare quali stimoli hanno bisogno di essere adattati per renderli utilizzabili nel migliore dei modi, e di focalizzare l’attenzione del bambino stesso sui dati rilevanti, suscitando in lui attenzione, presa di coscienza, consapevolezza. L’obiettivo finale di un buon mediatore è quello di scomparire, cioè di portare il soggetto a raggiungere un’autonomia tale da non aver più bisogno di essere guidato dall’esterno. Il mediatore è come il supporto che si fornisce ai giovani alberi appena piantati, indispensabile a sostenerli e ripararli finché sono fragili e delicati, o se si trovano in ambienti particolarmente esposti, ma soffocante se non viene gradatamente adeguato alle esigenze ed eliminato nel momento in cui non serve più.

Nell’esperienza di apprendimento mediato è basilare che le persone che si occupano del bambino siano consapevoli del ruolo che coprono ed agiscano seguendo alcuni criteri di mediazione che condizionano positivamente le sue capacità di modificare strutturalmente il proprio potenziale cognitivo.

Elfedea

Èquipe Clinica Multiprofessionale

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